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USA: consentito il trapianto di organi adulti ad una minore di 12 anni

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di Andrea Francesca Franzini

Sarah Murnaghan, 10 anni, ha ottenuto i polmoni da un donatore adulto fonte: www.catholic.org

Sarah Murnaghan, 10 anni e Javier Acosta, 11 anni sono i due «fortunati» pazienti che hanno portato alla riapertura del dibattito nazionale sulla possibilità di trapiantare organi adulti in pazienti minori di 12 anni.
Il caso di Sarah è stato seguito a livello nazionale, suscitando l’approvazione generale per la finale decisione del giudice Michael Baylson, che le ha concesso di accedere ad un bacino più vasto di donatori, per il trapianto dei polmoni devastati dalla fibrosi cistica, senza dover aspettare degli organi pediatrici.
L’intervento di sei ore, avvenuto mercoledì, ha avuto successo e la madre Janet ha già comunicato la promettente prognosi della bambina, ricoverata in un ospedale di Philadelphia.
Anche la storia dell’undicenne Javier Acosta ha avuto lieto fine, grazie alla stessa possibilità che la Corte gli ha concesso, permettendo ai medici di eseguire l’intervento trapiantando gli organi da un donatore più anziano.

Si tratta però di vittorie ottenute con fatica e correndo un rischio elevatissimo. La battaglia legale che hanno intrapreso i genitori, infatti, si è potuta concludere nel migliore dei modi grazie ad una modifica che nei primi giorni di questa settimana, l’Organ Procurement and Transplantation Network (OPTN), commissione responsabile delle liste per i trapianti negli Stati Uniti, ha apportato alla legge che regola queste procedure: è stato introdotto un meccanismo di «additional priority» perchè, per alcuni casi particolarmente gravi, possa essere presa in considerazione l’ipotesi di concedere ai minori di 12 anni il trapianto senza aspettare organi pediatrici.
I nuovi polmoni per essere adattati alla forma più piccola del corpo dei bambini devono essere ridotti, e in alcuni casi è previsto il trapianto della sola parte più piccola, il lobo: questo è sempre stato il principale motivo per cui a questi pazienti viene negata la lista estesa.

Nonostante il passo avanti compiuto, la speranza di molti è che la nuova attenzione riversatasi su questi casi possa facilitare un sempre maggiore impegno nella causa. Fondamentale questo, perchè non sia necessario un drammatico peggioramento delle condizioni di salute prima di poter prendere misure straordinarie: entrambi i bambini infatti, si sono trovati in condizioni di pericolo immediato davati al quale i giudici hanno poi emesso la sentenza a loro favore.
Sarah Murnaghan, dopo un deterioramento improvviso, era entrata in coma. L’avvocato di Javier Acosta invece, ha convinto il giudice ricorrendo alla tragica vicenda del fratello dell’undicenne, morto due anni fa, in attesa del dodicesimo compleanno dopo il quale avrebbe potuto accedere alla lista estesa dei donatori. In virtù di questo, e del fatto che dai polmoni negati a Javier dipendeva la sua sopravvivenza, la Corte si è decisa in suo favore.

Dott. John Roberts, a capo dell’ Organ Procurement and Transplantation Network fonte: www.ucsf.edu

La questione che si è sollevata intorno a queste notizie ha portato ad accese polemiche sul giusto o illegittimo diritto dei giudici di sentenziare casi medici, in particolare complessi e delicati come i trapianti. Se a ciò si aggiunge il fatto che è in discussione la possibilità di salvare vite giovanissime già messe molto alla prova da malattie debilitanti, la sensibilità al tema non può che impennarsi.
Il passo successivo sarà lo stesso OPTN a deciderlo: dal prossimo anno la nuova norma se non sottoposta a revisione, perderà di validità.
Il dott. John Roberts, a capo dell’OPTN, ha affermato che «il problema è che non possiamo costruire un sistema che preveda un’ eccezione per tutti coloro che non riescono ad avere gli organi quando ne avrebbero bisogno.» Davanti alle richieste presentate dalle famiglie di salire nella lista d’attesa, il professore ha poi aggiunto che senz’altro si sente il bisogno di approfondire questo tema ma «se la domanda da porsi è se sia giusto che cambi la regolamentazione dei trapianti perchè i bambini abbiano la precedenza, allora bisogna prepararsi a tutta una serie di interrogativi: qual è il limite d’età da stabilire? I sedicenni hanno meno diritto dei pazienti in età scolare?» Da qui comincia un dibattito delicato, profondo, diviso fra il trasporto emotivo che travolge l’opinione pubblica, e l’opinione scientifica dei medici.

L'articolo USA: consentito il trapianto di organi adulti ad una minore di 12 anni è stato pubblicato su Giornale Il Referendum.


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